La sicurezza è una condizione in cui l’individuo è e si sente lontano da rischi.
Ognuno di noi, però, ha una propria percezione personale del rischio e, di conseguenza, del concetto di sicurezza.
Anche se esistono delle norme create per classificare determinate situazioni come pericolose, nella concretezza del contesto quotidiano sono le persone stesse che, ogni giorno, valutano in autonomia il livello di rischio che sentono di poter gestire restando incolumi.
È
per questo motivo, ad esempio, che alcuni lavoratori si adeguano con reticenza alla normativa in ambito DPI: dal loro punto di vista, il rischio che corrono non è così alto da giustificare l’uso di un dispositivo di protezione.
Non esiste un concetto di sicurezza universale. In questo contesto, per garantire un ambiente di lavoro sicuro bisogna agire su più fronti.
• Come prima cosa, è necessario valorizzare il Documento Di Valutazione dei rischi, obbligatorio per legge e redatto da consulenti professionisti, il quale delinea tutti gli interventi che devono essere fatti dal datore di lavoro per abbassare il più possibile il volume di rischi presenti nell’ambiente.
Rispettare tutti gli adempimenti normativi è fondamentale, ma non basta.
Per capire a fondo quali sono gli aspetti da focalizzare, abbiamo chiesto l’opinione dell’ing. Guido Cicconi, che lavora in Bosica come responsabile qualità.
“Le realtà aziendali sono spesso frenetiche, tante le attività da svolgere e non è realistico che il datore di lavoro abbia una costante visione di tutto quello che accade nella sua azienda in ambito sicurezza” ci racconta Guido. “Serve sviluppare una cultura della sicurezza che aiuti il singolo individuo ad applicare una valutazione personale e cosciente del rischio.”
È
importante che ogni persona abbia una percezione chiara di cosa significa davvero lavorare in sicurezza:
• la partecipazione proattiva del lavoratore è il secondo elemento chiave per costruire un ambiente di lavoro sicuro. Questo perché sarà lui a dover decidere quotidianamente quali azioni compiere in quanto non rischiose, e quali invece non compiere perché potenzialmente dannose per la sua salute.
Per fare questo, è indispensabile formare il lavoratore attraverso dei corsi che possano fornirgli nozioni e strumenti necessari a svolgere la propria professione con massima cautela nei confronti della propria incolumità.
“Non solo: la formazione è uno strumento di qualifica del personale, ma questo non rende necessariamente consapevoli di quello che succede in ambito sicurezza dentro e fuori l’azienda.
Questa consapevolezza deve essere stimolata; l’attenzione si mantiene attiva con un dialogo aperto e costante sul tema.
Ad esempio, confrontarsi su quello che accade nel territorio può aiutare le persone a restare focalizzate” aggiunge Guido.
La sicurezza: da dovere a investimento
“Attraverso la formazione costante e l’adeguamento proattivo delle normative un’azienda può garantire considerevoli ritorni economici e di immagine”.
Questo è un aspetto del quale non tutti i datori di lavoro sono pienamente coscienti; espandendo la visione, però, possiamo accorgerci che investire seriamente in sicurezza garantisce un reale vantaggio.
Nello specifico, comporta i seguenti benefici:
• Benefici economici. La prevenzione dagli infortuni permette subito di ridurre dei costi spesso difficili da preventivare. Un fermo a macchine di produzione o una riduzione della forza lavoro possono portare danni significativi, senza considerare le sanzioni amministrative.
• Benefici legali. Le aziende sono soggette a controlli da parte degli organi di vigilanza, i quali si assicurano che le normative vengano rispettate. Nel caso in cui risultino delle difformità, possono essere applicate sanzioni anche di tipo penale. Far verificare le attrezzature con ottica preventiva fa sì che, in caso di ispezioni, l’azienda e il datore di lavoro non subiscano alcun tipo di procedimento.
• Benefici di immagine. Assumersi la responsabilità di trasmettere nel proprio ambiente lavorativo il valore della sicurezza è considerato un atto che contribuisce alla crescita della Corporate Social Responsability, che è la decisione volontaria delle imprese di contribuire alla creazione di una società più sana e consapevole.
Oggi la Corporate Social Responsability è diventata fonte di estremo interesse per gli stakeholder, al punto da essere considerata una sorta di pre-requisito che determina la creazione di una relazione di fiducia tra consumatore e brand.
La CSR, quando diventa parte integrante del modo che l’azienda ha di fare impresa, ne migliora esponenzialmente l’immagine e la reputazione differenziandola ed elevandola al di sopra dei competitors.
Creare una Cultura della Sicurezza è, quindi, una vera e propria strategia che previene l’insorgenza di costi dannosi e che permette di posizionarsi con efficacia sul mercato.
È
senza ombra di dubbio un investimento: fa bene all’azienda, fa bene alla società, fa bene alla persona.