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La classificazione degli incendi e gli estintori specifici

L’importanza del fuoco

La parola “fuoco” crea emozioni suggestive in noi perché richiama alla mente immagini controverse e contrastanti tra loro, che possono essere legate a significati positivi come energia e calore, e a significati negativi come pericolo e incendi.


Il fuoco è un elemento indispensabile alla vita dell’essere umano, quindi ne siamo dipendenti e irrimediabilmente attratti; abbiamo bisogno della sua energia che per noi è vita, ma è proprio questa che, se non correttamente controllata, si trasforma in incendio.


L’incendio, quindi, rappresenta una situazione nella quale qualcosa di vitale assume il controllo e genera pericolo.


L’incendio è una combustione non controllata che si sviluppa senza limiti nello spazio e nel tempo.


La perdita di controllo sul fuoco è sempre stata una delle maggiori fonti di pericolo per le attività svolte dall’uomo, infatti sin dall’antichità sono state messe in atto soluzioni per controllare questa fonte immensa di benefici e rischi.


Solo agli inizi dell’800, tuttavia, viene inventata la prima versione del moderno estintore portatile da George William Manby; il suo utilizzo si diffonde a partire dagli anni 30 del XX secolo.

 

I tre elementi che innescano la fiamma

Il fuoco però non è sempre lo stesso: in base alle sostanze da cui è composto, assume caratteristiche e comportamenti differenti; di conseguenza, anche l’estintore utilizzato deve avere peculiarità e composizione specifiche.


Ecco perché è così importante affidarsi a dei consulenti in grado di definire la tipologia di estintore più utile al tipo di rischio presente nel luogo in cui svolgiamo la nostra attività.


Per orientarci all’interno di questo vasto mondo, abbiamo chiesto all’ing. Lorenzo Rossi, che lavora nell’ufficio tecnico di Bosica, di aiutarci a comprendere meglio come vengono classificati gli incendi e, per ognuno di essi, qual è l’estintore più idoneo allo spegnimento.


Ogni fuoco, per prendere vita, ha bisogno di tre diversi elementi: comburente, innesco e combustibile.


Il comburente è una sostanza ossidante che, miscelata al combustibile, ne permette la combustione
. L’ossigeno è il comburente più comune, ma ne esistono anche altri.


L’innesco, invece, è l’innalzo della temperatura che fa partire la combustione,
la condizione energetica necessaria affinché la reazione di combustione abbia luogo. Può trattarsi del calore del sole in agosto, di un mozzicone di sigaretta gettato in terra, ma anche dello sfregamento di due corpi tra loro o della reazione chimica che avviene tra due sostanze.


Il combustibile, infine, è il materiale che brucia.
E’ la sostanza naturale o artificiale, liquida, solida o gassosa, capace di sviluppare calore in una reazione di combustione.


La classificazione degli incendi

Esistono in natura tantissimi elementi che, trovandosi insieme al comburente in presenza di innesco, prendono fuoco e possono dare vita a un incendio. 


Infatti, classifichiamo i combustibili in cinque principali categorie:


– La categoria dei combustibili solidi, in gergo tecnico incendi di classe A 

Include materiali come legno, materie plastiche, carta, tessuti, sostanze di sintesi, ecc…


Per questa tipologia di incendio, l’estintore più adatto è quello a polvere che agisce sul fuoco in due maniere differenti: inibizione chimica e soffocamento.


La polvere lo soffoca, elimina cioè l’ossigeno dalla reazione chimica impedendola, e inoltre le sostanze che compongono la polvere stessa impediscono le reazioni chimiche che portano alla reazione di combustione. È importante aprire, al termine della scarica degli estintori, porte e finestre in modo da aerare bene il locale.


– La categoria dei combustibili liquidi, in gergo tecnico incendi di classe B 

Comprende sostante come idrocarburi, benzine, alcol, solventi e oli minerali.


Quando il combustibile è liquido, può essere estinto con estintori a polvere, a schiuma e ad anidride carbonica (CO
2).


L’estintore più efficace è quello a schiuma
: contiene una sostanza composta da acqua e un agente schiumogeno, il quale agisce soffocando la reazione chimica che produce la fiamma.


Possono essere usati anche gli estintori ad acqua, ma solo se funzionano con getto nebulizzato e non tramite getto diretto; il getto nebulizzato permette alle gocce di acqua, ridotte in parti piccolissime, di diffondersi in un’area molto ampia.


– La categoria dei combustibili gassosi, in gergo tecnico incendi di classe C 

Il metodo più efficace per agire su questa tipologia di incendi è bloccare la fuoriuscita del gas, ovvero eliminare il combustibile dalla reazione chimica. Anche se esistono estintori (generalmente a schiuma o a CO2) con caratteristiche specifiche che li rendono adatti a questo tipo di incendio, il gas se non bloccato viene “attratto” dalla fiamma, continuando ad alimentare ininterrottamente l’incendio.


– La categoria degli oli, in gergo tecnico incendi di classe F

Appartengono a questa categoria gli oli combustibili di natura vegetale o animale, quegli oli quindi che sono di uso più comune nella nostra quotidianità.


A differenza di quanto detto per i liquidi, usare gli estintori ad acqua su questa tipologia di incendi non solo è inutile… ma può anche amplificare la reazione dell’incendio. L’acqua, quando interagisce col calore, si trasforma dallo stato liquido allo stato gassoso e aumenta di volume; questo contribuisce ad espandere le gocce di olio bollente che possono entrare facilmente in contatto con persone e ambiente circostante. Per vedere che tipo di reazione viene generata, > guarda questo video


Gli estintori più efficaci con questa tipologia di fuoco sono quelli contenenti una particolare schiuma, e li troviamo comunemente all’interno delle cucine di ristoranti e alberghi.


– La categoria dei metalli, in gergo tecnico incendi di classe D

In questo caso, parliamo di sostanze come alluminio, magnesio, potassio, sodio, ecc… per domare questo genere di incendi, servono degli estintori a polvere con caratteristiche speciali.


Assolutamente vietato l’uso di altri estinguenti, perché potrebbero causare reazioni avverse come esplosioni o il rilascio di gas tossici.


Questi fuochi sono generati da temperature estremamente elevate, infatti spegnerli è complesso e qualora ci fosse la possibilità, la miglior soluzione sarebbe affidarsi a del personale esperto come una squadra addestrata, o meglio ancora ai Vigili del Fuoco.


Questa tipologia di incendi è comunque poco frequente e avviene principalmente in stabilimenti o aree di produzione specifiche.

Qual è, invece, l’estintore più adatto a proteggerci dai fuochi che possono scatenarsi nelle nostre abitazioni?

Gli estinguenti più utili sono l’estintore a polvere, che ha un più ampio campo di spegnimento per i combustibili comunemente presenti (mobili in legno, box in legno per deposito attrezzi, divani, letti, tende, cestini dei rifiuti, ecc…); mentre per i rischi presenti in cucina suggeriamo la coperta antifiamma, che è un telo in fibra di vetro rivestito da una speciale resina che applicato direttamente sulla fiamma permette di spegnerla senza dover agire direttamente su di essa. Deve essere posizionata sul fuoco, in questo modo la sua azione riesce a soffocare il principio di incendio.

 

Un metodo, infine, che protegge l’uomo nel suo intricato rapporto di amore e odio col fuoco, è la prevenzione: assumere un atteggiamento consapevole nei confronti del rischio che date situazioni comportano, evitare atteggiamenti che possono causare la perdita di controllo della fiamma e mantenere sempre la massima attenzione in tutte quelle attività che prevedono l’utilizzo di combustibili facilmente infiammabili.

Noi di Bosica ci occupiamo di questo: supportiamo la prevenzione attraverso le nostre attività di formazione svolte con Accademia Bosica e forniamo solo prodotti affidabili, certificati e accuratamente selezionati dai migliori marchi dell’antincendio.

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